Chi erano i Maya

L’area Maya e l’area mesoamericana

La civiltà maya si sviluppò nel territorio centroamericano nella parte meridionale dello stato del Messico corrispondente alla penisola dello Yucatan e all’altopiano del Chiapas, negli stati del Guatemala e del Belize e nelle regioni orientali dell’Honduras e di El Salvador.

Thompson, e come lui gran parte degli archeologi, suddivide la storia della civiltà maya in tre periodi: il preclassico o formativo dal 2000 a.C. al II secolo d.C.; il classico tra il 200 d.C. e il 900 d.C. ed infine il postclassico o messicano durato fino alla conquista spagnola del XVI secolo.
Durante il periodo classico l’organizzazione politica era basata sulle città stato, spesso in conflitto tra di loro, tra le quali Tikal fu la più importante. Le città principali avevano influenza diretta su diversi centri secondari, nonostante questi mantenessero alcune funzioni autonomamente.
E’ in questo periodo che si sviluppò un complesso sistema di scrittura glifico, nel quale una singola parola poteva essere scritta in tre diverse modalità: in modo ideografico, con un sistema misto fonetico-ideografico, oppure in modo fonetico.
Il sistema di scrittura dei Maya venne decifrato soltanto nella seconda metà del Novecento, poiché a disposizione degli archeologi sono pervenute pochissime fonti scritte: quattro codici geroglifici (i codici di Madrid, Dresda, Parigi e il codice Grolier), due libri in lingua maya scritti in caratteri latini (il Popol Vuh, ed i Libri di Chilam Balam) e le stele e monumenti in pietra del periodo classico.
La carenza di fonti ha fatto si che nel corso dei secoli fossero attribuite ai Maya numerose teorie errate. La più evidente è quella che riguarda le loro “origini”. Quando in Europa ci si rese conto che le terre toccate da Cristoforo Colombo non erano le Indie, ma un nuovo continente, la Chiesa si pose il problema di giustificare la presenza di persone anche al di là dell’Atlantico. Poiché l’unico a sopravvivere al diluvio era stato Noé le popolazioni indigene americane vennero fatte risalire alle dieci tribù perdute di Israele.
Nel corso dell’Ottocento si credeva che i Maya avessero origine dagli Egizi, da poco riscoperti a seguito della conquista di Napoleone. Nella seconda metà del Novecento invece scrittori come lo svizzero Erich Von Daniken e lo statunitense José Arguelles proposero la teoria secondo la quale i Maya fossero stati influenzati da civiltà aliene.

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Bibliografia:
J. Eric S. Thompson, The Rise and Fall of Maya Civilisation, 1966, in Italia La civiltà maya, ed. 1994, Torino, Einaudi.
Berthold Riese, Die Maya Geshichte- Kultur- Religion, München, Beck, trad. it. I maya, 1995, Il Mulino, Bologna, 2000.
Maria Longhena, Scrittura maya. Ritratto di una civiltà attraverso i suoi segni, 1998, Milano, Mondadori
Charles Étienne Brasseur de Bourbourg, Popol Vuh. Le livre sacré et les mythes de l’antiquité américaine. Avec les livres héroïques et historiques des Quichés, 1861, Paris, Arthus Bertrand Editeur.
Victor W. Von Hagen, Search for the Maya- The Story of Stephens and Catherwood, 1973, trad. it. Alla Ricerca dei Maya. I viaggi di Stephens e Catherwood, Torino, Rizzoli Editore.
Antonio Giannotti, “Popol Vuh”, in Pablo Neruda e Insetti, 2010, http://www.antoniogiannotti.it/popol_vuh.html.
Parodos, http://www.parodos.it/scrittura/8.htm.